Tutta la verità sui cibi Biologici e Locali..a cura di Balsimelli Emma Nutrizionista

Nel momento in cui acquistiamo frutta o verdura ci siamo mai chiesti quanto costa a madre Natura, nel corso del suo ciclo vitale, quello specifico alimento? Che impatto ambientale ha? Da quanto lontano arriva e quando è stata colta?
Capisco benissimo che non è domanda così scontata da porsi ma credo che sia opportuno fare alcune riflessioni.

Il cibo biologico, privo di additivi chimici e pesticidi vari, ci garantisce un doppio beneficio: tutela la nostra salute e, nel contempo, rispetta l’ambiente; spesso però dobbiamo sapere quando realmente conviene.. I cibi “Bio” nella maggior parte dei casi sono migliori, ma tenendo conto anche del benessere delle finanze andiamo a scoprire quando realmente ne dobbiamo ricorrere.
Scegliamo ad esempio, i prodotti biologici per tutti quei i cibi che consumiamo in grandi quantità e quotidianamente soprattutto quando parliamo di frutta con la buccia molto sottile, quindi facilmente penetrabile dalle sostanze tossiche

Per quanto riguarda l’elenco degli alimenti più a rischio e quelli più sicuri..
l ’Enviromental Working Group l’ente per la sicurezza alimentare ha elencato gli alimenti più sicuri e quello da cui stare attenti

I vegetali ad esempio con più pesticidi sono in ordine decrescente: mele, sedano peperoni, pesche, fragole, uva, cetrioli, ed infine patate.
Troviamo i cereali integrali che proprio nella parte più esterna dei chicchi si accumula la quantità maggiore di pesticidi.

Alcuni alimenti per cui non vale la pena comprare Biologico sono ad esempio:
le cipolle, mais, ananas, cavolo, piselli, melanzane e i kiwi

Dal punta di vista nutrizionale, esistono differenze tra i prodotti di agricoltura biologica e quelli convenzionali. Alcune ricerche hanno addirittura dimostrato che negli alimenti biologici è presente un maggior contenuto in vitamina soprattutto la Vitamina A e C , antiossidanti e Sali minerali come Magnesio e Potassio. Tuttavia, la ragione per cui il cibo biologico dovrebbe comparire regolarmente sulle nostre tavole non dovrebbe essere solo perché sono con il termine “cibi biologici” si definiscono generalmente gli alimenti più salutari, ma anche perché contribuiscono alla difesa dell’ambiente e del paesaggio, aiutando perfino a preservare la cultura e le tradizioni dei bellissimi luoghi che compongono il nostro Paese.
Di fondamentale importanza, l’acquisto di prodotti locali, KM 0…
Da un punto di vista nutrizionale la principale chiave di lettura dei prodotti vegetali “locali” sta nei tempi di trasporto ridotti.
Questi prodotti, raccolti al momento giusto e subito messi in commercio, sono in grado di garantirci un profilo nutrizionale migliore per via della mancata diminuizione dello spettro vitaminico di Sali minerali e spesso il sapore più gustoso, ma non solo…

Uno studio in particolare indica che, se una famiglia scegliesse solo prodotti locali e/o di stagione, il risparmio netto annuale relativo alle emissioni di CO2 potrebbe arrivare a 1000 chili.
In termini monetari circa 80 ai 100 euro a mese.
Passiamo ora all’analisi di un concetto chiave: l’impronta carbonica.
Una costante richiesta delle associazioni dei consumatori è quella di etichettare i prodotti con la loro impronta carbonica, ovvero sulla quantità di CO2 emessa durante il suo ciclo vitale.
Ad esempio il risultato per ogni bottiglia di vino da 750 ml il valore dell’impronta carbonica è di 2,02 kg ripartiti in questo modo: per un terzo in costi per le attività commerciali come il trasporto, un terzo per la produzione del vetro e per il confezionamento ed il terzo finale per l’uso dei concimi e del gasolio per i vari macchinari.
Un altro concetto, utile alla nostra causa, è quello del food miles ed è nato nel 1990 nel Regno Unito.
E ‘stato ideato da Andrea Paxton, che ha scritto un documento di ricerca il quale ha utilizzato il termine per descrivere la distanza che il cibo percorre dalla fattoria dove si produce alla cucina in cui è consumata.
In media, il cibo viaggia tra 4.000 km ogni volta che viene consegnato al consumatore.
La distanza percorsa dai prodotti è aumentata del 25% nel 2007 rispetto al 1980.
E’ stato calcolato che in territorio italiano un alimento, prima di arrivare a tavola, percorre in media 2 mila kilometri.
Se una famiglia, consumasse prodotti a km 0 il risparmio annuale sarebbe di circa 1000 kg di anidride carbonica.
Quello che posso consigliare al momento è di fare la spesa dai contadini locali!
Il guadagno sarà doppio: salute personale e ambiente che ci circonda ci ringrazieranno !!!

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